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Back-end, Front-end, SEO e Tribal Networking. Intervista a Davide Batzella

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intervista realizzata da © marcello carlotti – 2015

Buongiorno Davide e grazie per il tempo che ci concedi. Ad ottobre dell’anno scorso, in modo informale, è iniziata fra noi un’interessante collaborazione, facilitata da diverse comuni passioni ed obiettivi, tra le quali l’uso delle immense possibilità delle tecnologie digitali e della rete, e il voler rendere Serramanna il primo paese a raccontarsi alla rete ed al mondo in termini di verità, autocritica e fierezza. In poco più di 10 mesi è già tanta l’acqua passata sotto i ponti, le esperienze maturate e gli obiettivi raggiunti, ma ancor più intrigante risultano gli scenari che stanno profilandosi all’orizzonte. 
Anzitutto mi piacerebbe sapere cosa ti spinse ad accettare la collaborazione, cosa ti colpì del progetto inveritas e come giudichi il lavoro documentaristico svolto finora?

Ciao Marcello e grazie per questa intervista. Come hai ben detto abbiamo delle passioni in comune e una di queste è quella di cercare di rendere Serramanna, per quanto possiamo, un luogo migliore.
Serramanna ha tante potenzialità: dall’associazionismo alle imprese passando per le singole eccellenze nei più svariati settori. Se si riuscisse a raccontare tutto questo, a far conoscere sia al mondo esterno, ma anche soprattutto a noi stessi i vari aspetti positivi che ci circondano, credo che si riuscirebbe a fare qualcosa di buono.
In quest’ottica, da ormai sei anni, con alcuni amici portiamo avanti il progetto aserramanna.it – un portale dove cerchiamo di raccontare gli avvenimenti serramannesi in ottica positiva e di crescita: uno spazio dei serramannesi per tutti i serramannesi.
Di Inveritas me ne parlò l’amico Samuele Pinna, anch’egli amministratore di A Serramanna. Sono sincero quando dico che ne rimasi subito colpito: il voler raccontare la storia, la vita lavorativa e le usanze di Serramanna in ottica di verità, autocritica e fierezza non può che essere apprezzato, soprattutto quando alzi la testa, ti guardi intorno e vedi che nessun altro paese ha un servizio simile o uno studio di pari livello sul suo tessuto sociale.
È proprio questa la motivazione che mi ha spinto a collaborare e a cercare di dare il mio contributo per “aiutare la causa”.
Oltre Serramanna, il progetto Inveritas ha raccontato il nucleo di sei aziende serramannesi, arrivando in Gallura, con Envision, una vera perla che in termini di verità racconta e fa raccontare questa bellissima zona della Sardegna.
Il lavoro dietro tutto questo c’è e si vede, vedo ancora tanta strada davanti ad Inveritas e credo anche che vi possiate togliere tante belle soddisfazioni lavorative e non solo.

Homme avec une tablette numérique touchant un écran tactil

Molti parlano di rete, di comunicazione social e di ottimizzazione SEO. Ma cosa sono per te questi strumenti? Quale ritieni essere il loro uso più performante?

Il Social Media Marketing e la SEO sono due strumenti diversi collegati tra loro da uno stesso fine: far avere visibilità all’azienda, al progetto o alla struttura che si vuole proporre.
Si rivolgono a due diverse tipologie di utenze, dove non è che una è più importante di un’altra: sono semplicemente diverse.
Gli utenti dei social solitamente stanno cercando svago: sono in pausa e vogliono distrarsi alcuni minuti leggendo cosa succede intorno alla propria cerchia. Nei motori di ricerca gli utenti cercano una specifica cosa, cercano solo ed esclusivamente quella. Sono dunque già in target e se noi siamo bravi a fornire ciò che desiderano otterremo probabilmente una conversione.
Come detto, sono due utenze diverse e sono entrambe importanti. Per alcuni blog i social stanno diventando la principale fonte di utenza, perché se seguiti generano una buona portata. Gli utenti social saranno sì in cerca di svago, ma se trovano un argomento di interesse diventano curiosi e vanno verso la meta da noi creata (ad esempio un contatto).
Il lavoro SEO, ossia l’ottimizzazione del sito per i motori di ricerca, è più difficile, più mirato ma può dare tanti frutti nel lungo termine. Questo perché se io posiziono una pagina web per una determinata parola chiave, a meno di aggiornamenti del sistema, concorrenza o simili, il sito rimarrà in quella posizione per tanto tempo. È vero che dipende da migliaia di variabili e valori, ma se noi abbiamo un sito ottimizzato e riusciamo a tenerlo vivo e aggiornato non potremo che trarne giovamento.
Ricapitolando, la SEO e il SMM sono due tecniche diverse ma che, credo, debbano andare di pari passo: se si potenziano le visite tramite motore di ricerca e si ottimizzano al massimo gli ingressi tramite social siamo già a buona parte dell’opera.

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Fra le tue competenze vi è quella di scrivere e sviluppare siti e portali web, non a caso, assieme ad altri amici, gestisci e rendi vivo con uno sforzo totalmente gratuito l’interessante ASerramanna.it Spiegheresti ai non addetti ai lavori come si costruisce un sito efficace? Cosa significano termini come template, backend, coding e frontend?

Credo che ogni sito debba essere efficace per lo scopo per il quale è stato creato. Mi spiego veglio: se io voglio un sito vetrina giusto per averlo nei biglietti da visita e farmi comunque conoscere facilmente tramite indirizzo diretto, non serve avere chissà quale struttura o ottimizzazioni. È sufficiente una o più pagine (preferibilmente compatibili con i vari dispositivi presenti oggi sul mercato), un server stabile ed il gioco è fatto: ti do il mio indirizzo, guardi cosa offro, sono soddisfatto.
Se invece si vuole vendere un prodotto o portare l’utente all’azione (ad esempio guardare un video o inviare un messaggio di contatto), devo creare una struttura atta a questo scopo e in questo caso serve avere un portale ottimizzato e compatibile con i maggiori canoni web.
Se si ha della concorrenza in una SERP di un motore di ricerca (una SERP è una pagina con i risultati di una ricerca), fattori come velocità del sito, codice pulito e meta-tag ottimizzati aiutano molto.
Passando ai termini citati, più che di template preferisco parlare di framework, che non è altro che uno scheletro basilare standard sopra il quale può essere progettato e realizzato un sito web. In ambito web uno dei più famosi è Bootstrap, che contiene modelli basati su HTML e CSS con estensioni JavaScript.
Un altro aiuto è il CMS (Content Management System), uno strumento per facilitare la gestione dei contenuti di un sito web, permettendo a tutti di inserire una news o una fotografia sulla propria pagina personale. Attualmente i più famosi sono Drupal, Joomla e WordPress, con quest’ultimo definito da molti come più sviluppato e versatile. È bene ricordare che tutti sono ovviamente formati da righe di codice, dunque se uno ci sa mettere mano può fare cose simili con tutti e tre (o anche senza di essi).
Il coding è la programmazione, cioè tutte quelle righe di codice che in questo caso permettono determinate funzioni di un sito web. In ambito web si parla, a livello base, di HTML accompagnato dal CSS (il foglio di stile). Il tutto viene condito, anche solo per le funzioni basilari come l’inserimento di una news, da codice PHP e coadiuvato da un database per conservare i dati.
Passiamo ora a front-end e back-end. Sono due facce di una stessa medaglia: il front-end è è l’interfaccia tra utente e back-end, ed è quello che effettivamente un utente può vedere e utilizzare (parlando di siti web). Il back-end è tutta la struttura che sta dietro e che fa funzionare la piattaforma; può anche essere visto come un pannello di amministrazione.

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Avere un sito accattivante senza una efficace ottimizzazione SEO e un rilancio mediante i social equivale ad avere una macchina da corsa e tenerla in garage. Come si rende un sito popolare?

Come detto prima, tutto dipende dallo scopo per il quale quel sito è stato creato. Se non ci accontentiamo di una semplice vetrina e vogliamo far conoscere le nostre attività al popolo del web dobbiamo passare all’ottimizzazione per i motori di ricerca e ad una buona attività social.
Lato motore di ricerca sono almeno due le strade percorribili: SEO (Search Engine Optimization) e SEM (Search Engine Marketing).
La SEO implica che il sito web sia costruito secondo una schema particolare (quella più comune è la struttura ad albero, dove tutte le pagine sono ramificate secondo logica). Implica anche che sia ottimizzato (titolo pagina, testo, meta tag). Una volta che il sito è ottimizzato questo viene indicizzato ed è presente sui motori di ricerca inizierà ad ottenere un certo traffico. Facendo poi un’attività mirata è possibile potenziare il traffico che una pagina riceve da alcune parole chiave.
La SEM permette, in poche parole, di “comprare” click sui motori di ricerca: io pago N euro e ottengo in cambio X accessi. Se il fine è una conversione (es. un acquisto di un oggetto) e il costo del click è inferiore a quello dell’acquisto, ottengo un ROI, un ritorno dell’investimento.
Se ad un sito associamo un blog possiamo ricevere maggiore interazione e possiamo avere un maggior numero di pagine indicizzate. In questo caso è praticamente indispensabile l’utilizzo dei social per veicolare il traffico e diffondere la nostra attività.

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Con inveritas stai collaborando a creare un nuovo paradigma di disseminazione dei contenuti: il Tribal networking. Da specialista, come giudichi questa modalità di propagazione dei contenuti e cosa pensi dei tavoli sinaptici che inveritas cerca di creare e animare dando loro direzioni ad un tempo culturali ed imprenditoriali?

Il Tribal Networking è uno strumento antico ma allo stesso tempo molto potente e di grande interesse in questi ultimi tempi dove i social (ed il Web) stanno avendo grande successo e unendo persone con una facilità e velocità prima impensabili.
Attualmente i social network presentano una struttura dove vari cluster (inteso come gruppi di persone) possono socializzare gli uni con gli altri creando una rete informativa globale. Oltre al lato social, ogni azienda e ogni singola persona ha la sua piccola o grande rete fisica di contatti. Le potenzialità sono dunque enormi: con un costo relativamente basso si possono raggiungere centinaia di migliaia di contatti in poco tempo e con poco sforzo.
Questo credo sia il punto di forza dei tavoli sinaptici creati da Inveritas, perché vengono unite molteplici competenze con il fine di valorizzare una determinata realtà.

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Come immagini le evoluzioni nel mercato e nei tools nei prossimi 10 anni?

Già attualmente il mercato evolve molto rapidamente; sono moltissimi i tools che aiutano il lavoro nel Web Marketing. Alcuni strumenti, SEMRush su tutti, permettono di conoscere i posizionamenti di un singolo sito nelle SERP di Google negli ultimi anni e permettono persino di conoscere l’andamento qualitativo – in termini di visite – di un qualunque sito. Questo è un fattore di estrema utilità quando si analizza un competitor o quando si ha a che fare con una penalizzazione (sì, i motori di ricerca possono anche penalizzare l’attività di un sito).
Credo che già dai prossimi 2/3 anni verranno implementati degli automatismi funzionanti per quanto riguarda codifica e ottimizzazione di un portale, con una struttura sempre più orientata alla semplicità e ai dispositivi mobili come tablet e smartphone.
Si sta arrivando, già da ora, in un meccanismo dove non è più l’utente a cercare quello che gli interessa, ma sono i social e i motori di ricerca a fornirgli, tramite pubblicità, quello di cui l’utente ha bisogno. Il lato negativo è che un navigatore del web viene visto sempre più come consumatore e sempre meno come persona reale.
Apprezzo Inveritas anche per questa motivazione: in un mondo sempre più globalizzato e consumista riesce a dare importanza alla realtà di una singola persona o di un’impresa e a far conoscere un prodotto per tutto il lavoro che c’è dietro. In questo caso non si parla di consumatori, ma si parla di utenti interessati e accorti che vogliono conoscere quale storia c’è dietro un prodotto finito o dietro l’attività di un impresa.

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Quali obiettivi personali e professionali ti sei prefisso? Quali scommesse pensi valgano la pena di essere accettate?

Per me, e credo anche per molti, questa è una domanda molto difficile. Viviamo un periodo di crisi con brevi accenni di ripresa, ma lato virtuale viviamo ancora in un terreno vergine e molto fertile. Le opportunità sono tante e la difficoltà sta nel cogliere quelle giuste e saper dare il massimo dalle nostre capacità.
Personalmente mi interessa continuare gli studi, in quanto la ricerca per me è un aspetto fondamentale. Nello stesso tempo bisogna unire ricerca e lavoro per essere sempre al passo coi tempi e offrire ai vari clienti il massimo che il mondo virtuale (e non solo) propone.
L’importante è avere salute e star bene con la propria famiglia e con i propri amici, tutto il resto verrà di conseguenza.
Le scommesse personali sono tante, come detto il terreno è fertile e bisogna rimboccarsi le maniche per creare qualcosa di utile per la collettività: siccome sono abbastanza scaramantico, diciamo solo che ci si sta lavorando con un bel gruppo di amici e colleghi.

immagini di © samuele pinna e © davide batzella

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