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Envision Gallura – il potere dei social media

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© marcello carlotti – 2015

Per restare in Italia, invece, un caso incredibilmente significativo è quello rappresentato da Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e il blog beppegrillo.it
Dopo essere stato scoperto sul finire degli anni ’70 da una icona mediatica come Pippo Baudo, Grillo fu lanciato dalla televisione pubblica nei programmi di intrattenimento generalisti, che gli diedero fama nazionale. Tuttavia, fu proprio una sua irriverente battuta andata in onda in diretta a decretarne l’estromissione dal palinsesto. Era il 15 novembre 1986. L’allontanamento coatto dalla tv, portò dapprima Grillo a cercare di riciclarsi nel mondo della pubblicità e poi al contatto diretto col pubblico, dando inizio ad una serie di spettacoli che hanno percorso l’Italia da Nord a Sud e da Est ad Ovest. Solo nel 1993, sempre in collaborazione con Pippo Baudo, Grillo tornò in televisione da protagonista. In due serate, tenne incollati davanti alla televisione oltre 15milioni di italiani. Il suo fu uno spettacolo iconoclasta, che si scagliava contro il sistema di informazione che, a suo dire, era colluso con un sistema capitalistico, sociale e produttivo demenziale, i cui effetti sia economici che ambientali si sarebbero riverbarati presto. Grillo non aveva ancora scoperto la rete ed il suo potenziale. Negli anni successivi, infatti, distruggeva i Pc sul palco, sebbene inneggiasse alla necessità di usare la tecnologia per ridurre l’impatto che il nostro sistema di vita stava causando sull’ambiente e l’ecosistema. A quanto pare, fu solo dopo l’incontro nel 2005 con Gianroberto Casaleggio e suo figlio Davide che Grillo cominciò a comprendere il potenziale della rete e delle tecnologie digitali applicate al campo della informazione e della socializzazione. Nacque così il blog beppegrillo.it che nel 2009 veniva definito da Forbes uno dei maggiori e più influenti blog del mondo. L’apertura del blog, vista col senno di poi, rappresenta la maturazione espressiva di Grillo e, contemporaneamente, l’anticamera di un fenomeno assolutamente nuovo nel mondo occidentale: la creazione di un movimento politico capace di intercettare e nutrirsi degli umori e dei bisogni della gente. Il risultato, letto alla luce dei meri dati e calato nel contesto politicamente bloccato dell’Italia, è stato straordinario: alla prima partecipazione alle elezioni nazionali, il movimento fondato da Grillo e Casaleggio, correndo da solo, risultò essere il più votato alla Camera. La campagna elettorale nazionale, finanziata attraverso un crowdfunding capace di raccogliere circa 500.000€, costò poco più di 250.000€ e i soldi rimanenti vennero donati ad un paese vittima di un sisma, per ricostruire una palestra. Il dato che da però la misura di quanto sia importante ormai la rete e la connessione orizzontale è che nessuno, nemmeno Grillo, comparve mai negli spazi tradizionali della televisione e che quel movimento fu capace di intercettare quasi il 26% dei votanti, mandando 163 sconosciuti a sedersi negli scranni del Parlamento.

Per comprendere meglio queste cifre, nel 2008 Barack Obama aveva lanciato un fund raising su internet per finanziare la sua campagna elettorale. La campagna di raccolta fondi permise ad Obama di affrontare l’impresa con oltre 250.000.000 di dollari – la maggior parte dei quali ottenuti grazie a donazioni minime. Per la sua rielezione, stavolta finanziata dalle Big di Wall Street, Obama ha potuto fare affidamento su oltre 400.000.000 di dollari.
Da un lato una differenza economica in rapporto di circa 500 a 1, dall’altra il fatto che Obama correva inizialmente da outsider, stando però all’interno di uno dei due partiti tradizionali del panorama americano, e non avendone fondato uno suo proprio.
Anche in questo caso, lasciando da una parte l’analisi politica, è interessante rilevare in che modo la rete abbia stravolto le regole del gioco, sia nella sua capacità di aggregare attorno ad un simbolo o ad una idea un numero incredibilmente alto di persone, sia di procacciare le risorse necessarie a rendere quell’idea e quel progetto operativi ed efficaci.
Coerentemente a questa trasformazione socioantropologica, le grandi multinazionali si stanno adeguando e stanno progressivamente spostando i loro assett principali e più creativi sulla rete, dove la relazione non è più frontale e mediata, ma orizzontale e, al limite, triangolare e l’utente non è più passivo ma operativo e responsivo.
Ovviamente, anche in questo nuovo e meno diseguale contesto, restano operativi dislivelli di accesso all’informazione che creano squilibri nella capacità di leggere ed analizzare i dati, e quindi organizzare strategie, o nel silenziare determinati server venendo a patti con motori di ricerca e social networks.
Tuttavia, solo nell’era dell’informazione digitale era possibile l’esplosione del caso wikileaks o la creazione della più grande e multilingue enciclopedia della storia dell’umanità: wikipedia.
La trasformazione, in marcia ormai da oltre due decenni, è però ancora solo alle sue fasi iniziali.

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